
Storia della chitarra
La chitarra moderna ha origine dalla chitarra barocca, che a sua volta deriva dallo strumento medievale a cinque corde chiamato quinterna.
I primi liuti persiani erano montati con sole 4 corde di fili di seta. Le prime chitarre medievali avevano quattro corde come pure il liuto: la parola ‘chitarra’ deriva in ogni caso dalla parola greca kithára, che identificava però la cetra, che è appunto l’antenato della chitarra; la parola fu poi traslitterata nel latino cithara, da cui derivano i termini guiterne (quinterna), Gittern, citola e chitarra.
Lo strumento più antico ritrovato simile a una chitarra ha 3500 anni ed è stato scoperto nella tomba egizia di Har-Mose Sen-Mut. A sua volta le radici vanno trovate nel setar persiano (Iran) e nella citara.
Dalla seconda metà del XVII secolo fino alla metà del XIX secolo, con i progetti e le innovazioni apportate in Spagna da Antonio de Torres, si ha la nascita del prototipo della chitarra classica moderna.
La conseguente diminuzione della sonorità, data dal fatto che si passa a sei corde semplici dalle dieci (cioè 5 corde doppie chiamate cori) o dodici corde (6 corde doppie) in uso sulla chitarra barocca, fu compensata dal allargamento della cassa e dall’apertura completa della buca in mezzo alla tavola armonica
La chitarra a sei corde sostituì la chitarra barocca, perché più facile da maneggiare e suonare, e per una struttura più robusta. Questo passaggio dalla chitarra barocca a quella moderna, può essere paragonato alla sostituzione della viola da gamba con il violoncello.
Le prime chitarre a sei corde
Alla fine del XVIII secolo i liutai napoletani furono i primi a produrre chitarre a sei corde: erano di dimensioni piuttosto ridotte, costruite in acero o legni da frutto. La chitarra napoletana più antica che conosciamo è del 1764 di Antonio Vinaccia, appartenente a una longeva famiglia di liutai napoletani. Lo strumento è interessante perché presenta quasi tutte le caratteristiche della chitarra moderna.
«Nell’Ottocento, l’arte della liuteria chitarristica aveva raggiunto, in Italia, un altissimo grado di raffinatezza: i Fabricatore [Giovanni Battista e Gennaro Fabricatore ][Nota 2] avevano autorevolmente guidato a Napoli la transizione tra gli strumenti settecenteschi e quelli nuovi, a sei corde semplici, e i Guadagnini avevano acquisito, con la loro dinastia, in quel di Torino, un meritato prestigio»
Subito dopo anche in Spagna la chitarra a 6 corde cominciò ad affermarsi soprattutto a Malaga e a Siviglia. Anche in Francia, verso il 1820, fiorisce questa caratteristica grazie al liutaio Renѐ François Lacôte molto apprezzato da famosi chitarristi del suo tempo: Fernando Sor e Ferdinando Carulli. A Cremona, Carlo Bergonzi, attivo dal 1780-1820, costruisce alcune interessanti chitarre a 6 corde.
L’innovazione di Antonio de Torres
I primi strumenti costruiti da Antonio de Torres arrivati a noi sono del 1854 e hanno già tutte le caratteristiche della chitarra classica moderna. De Torres fu il primo a concentrare la propria attenzione sulla tavola armonica, aumentandone la superficie e disponendo il ponticello nel punto di massima larghezza. Dispose tre catene trasversali, due sopra e una sotto la buca; nella parte sotto il ponte si trovano sette raggi simmetrici disposti a ventaglio. Nel 1862 costruì una chitarra con fasce e fondo di cartone per dimostrare le sue tesi sull’importanza della tavola armonica e dall’incatenatura. Torres fissò le misure moderne del manico e della tastiera e la forma del ponte.
La nascita della chitarra elettrica
Gibson L-5
La storia della chitarra elettrica iniziò quando si avvertì l’esigenza di uno strumento che avesse alcune caratteristiche proprie della chitarra (specialmente per quanto attiene alle modalità di esecuzione), ma che potesse suonare insieme agli altri senza esserne sovrastato dal volume di suono. Orville Gibson era un abile liutaio specializzato in mandolini e chitarre. Sperimentò dei mandolini basandosi sulle progettazioni dei violini e dal 1890 applicò questa tecnica anche sulle chitarre, producendo strumenti a cassa arcuata e a buca ovale utilizzando corde d’acciaio al posto di quelle di budello per ottenere una maggiore potenza sonora, così che la chitarra non venisse sovrastata dagli altri strumenti nei complessi blues. Creò così l’odierna chitarra archtop.
Lloyd Loar, progettista alla Gibson dal 1920 al 1924, condusse i primi esperimenti mediante l’adozione di rilevatori in prossimità delle corde. Il concetto di chitarra elettrica deve però molto alle intuizioni di Adolph Rickenbacker, che nel 1931 realizzò il primo pick-up elettromagnetico (un dispositivo elettronico in grado di trasformare le vibrazioni delle corde in impulsi di tipo elettrico) e iniziò ad applicarlo ai normali strumenti acustici, creando una chitarra lap steel chiamata frying pan guitar, in due modelli (A22 e A25).
Nel 1935 la Gibson iniziò la produzione del modello ES 150, una chitarra semiacustica con cassa di risonanza, aperture a “f” sulla tavola e un unico pick-up. Il modello riscosse un grande successo. Finalmente la chitarra, grazie all’amplificazione, poteva inserirsi meglio nelle formazioni del tempo, senza essere sovrastata dal volume degli altri strumenti.
Molti si cimentarono nella costruzione di chitarre elettriche, limitandosi di fatto ad amplificare il suono di strumenti acustici. Se da una parte la presenza di una cassa armonica combinata a un pick-up produceva un suono pastoso e ricco di armoniche, dall’altra presentava una serie di svantaggi, tra cui il più fastidioso era l’effetto noto come feedback acustico. La cassa dello strumento entrava in risonanza (effetto Larsen) con il suono emesso dall’amplificatore, creando echi, armonici e fischi di difficile gestione, col risultato di un suono sgradevole di difficile definizione.
Nel 1941 Les Paul, chitarrista e inventore, crea nei laboratori Epiphone un prototipo, detto The Log, ideato per ovviare al problema del feedback. Esso consisteva in un manico di chitarra acustica attaccato a un blocco di legno massiccio su cui erano installate le parti elettriche, e ai cui lati erano fissati le due “ali” di una chitarra acustica a forma di otto. Les Paul propose l’idea alla Gibson che la rifiutò.
Nel 1948 Leo Fender, tecnico progettista di amplificatori, dà una svolta definitiva e crea la Broadcaster, una chitarra con due pick-up single coil miscelabili e con il corpo pieno in legno massiccio che annulla completamente le risonanze indesiderate e aumenta il sustain delle corde, sviluppando il concetto di chitarra solid body. Inoltre lo strumento di Leo Fender presenta un vantaggio fondamentale: le fasi di costruzione e assemblaggio delle parti che compongono lo strumento sono molto semplificate. Questo si traduce nella possibilità di automatizzare il processo di produzione e di conseguenza produrre gli strumenti in serie, con costi notevolmente più contenuti. Il successo è enorme, tanto che la Broadcaster, divenuta poi Telecaster, viene prodotta dalla Fender ancor oggi.
Fonte: Wikipedia